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L’arrivo a Santiago di Compostela

written by Giacomo 19 Giugno 2018
L’arrivo a Santiago di Compostela

ARRIVATO! 😀
Santiago de Compostela

Dopo:

  • 815 km
  • 30 giorni
  • 198 ore di cammino (ovvero 47’520 elefanti che si dondolano su una ragnatela)
  • 1’132’850 passi (sì, un milione!)
  • 8’900 m di dislivello
  • 5 città
  • 200+ paesini
  • 60 colazioni
  • 21 bocadillos
  • 18 tortillas
  • 4 vesciche
  • 1 infiammazione al ginocchio
  • 10.25 kg peso medio zaino
  • 64 sellos
  • 573 “buen camino!”

Innumerevoli campi di grano, fiori colorati, profumi, sentieri di terra, di sassi, strade, case, chiese, albergues, cielo azzurro, nuvole grigie, pioggia fine fine, diluvi, sole cocente, nebbia.

Quotidianamente spiegare e ripiegare il sacco lenzuolo, mettere la crema solare, mettere e togliere la giacca, lavare i vestiti a mano, mettere la crema ai piedi, studiare il percorso del giorno seguente, cucinare.

Ma soprattutto dopo tanti volti, nomi, sorrisi, conversazioni in tutte le lingue, silenzi, albe, tramonti, paesaggi da mozzare il fiato, cibo condiviso, solidarietà, apertura.

Vi condivido queste belle parole sul cammino e sul viaggio:

Partire è anzitutto uscire da sé. Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro IO. Partire è smetterla di girare intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo mondo, l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.

Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farsi loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore. Felice chi comprende e vive questo pensiero: “Se non sei d’accordo con me, tu mi fai più ricco”. Aver vicino a sé un uomo che è sempre d’accordo, già prima che glielo chieda incondizionatamente, non è avere un compagno, ma un’ombra.

È possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.

Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.

Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta. Con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino. Andare avanti solo per andare avanti, non è vero camminare. Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco.

Ma c’è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia
per costruire un mondo più giusto e umano.

Dom Helder Camara

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